lunedì 16 marzo 2015

Studio Illegale: un romanzo ironico e un film con "sorpresa"



(English text follows)

A questo romanzo sono arrivata in maniera un po’ particolare.

Nel 2011 mi è capitato di leggere on line un bando per un casting a Torino: si cercavano ragazzi/e in stile dark-gothic come comparse per il nuovo film con Fabio Volo, che si sarebbe girato a breve in città.
Tendenzialmente non ho un buon rapporto con il mostrarsi e l’apparire (figuriamoci fare un casting…), ma l’idea che cercassero darkettoni mi sembrava simpatica. Così, con alcune amiche, abbiamo partecipato alla selezione (fare foto, “Quanto pesi?”, “taglia?”, “altezza?”… c’è davvero chi lo fa regolarmente? Non è uno scherzo?) e ci hanno prese!

Il giorno delle riprese è stato roccambolesco, soprattutto perché la prima metà della giornata ho lavorato e nel pomeriggio avrei dovuto essere sul set già vestita e pronta. Sono entrata nel bagno del mio ufficio da Lois Lane e ne sono uscita da Morticia, cercando di passare inosservata!
Quando siamo arrivate sul posto, abbiamo notato con piacere che quasi tutta la comunità goth di Torino aveva risposto all’annuncio e questo ha smorzato decisamente l’imbarazzo. Ci siamo divertiti e la troupe del film era composta da persone simpatiche.
Le riprese si sono concluse dopo mezzanotte, in esterna, tra croissants caldi e passanti in bicicletta che gridavano: “Toh, c’è Fabio Volo!”.
E lui? Lui com’è, Fabio Volo?
Mah, tra gente che lo ama e altra che lo odia, io mi schiero nel mezzo. Mi è parso una persona molto alla mano, nelle pause tra le scene rimaneva in mezzo a noi e cercava la chiacchierata un po’ con tutti, persino con me che, in tutta onestà, non brillo per simpatia. Me ne rimane un buon ricordo.
Ci siamo ovviamente informati su quale sarebbe stato il titolo del film: “Studio Illegale”.

Facendo una breve ricerca on line, ho trovato che era tratto dal romanzo omonimo scritto da Duchesne, pseudonimo di Federico Baccomo. L’autore ha iniziato da un blog su WordPress (anch’esso chiamato “Studio Illegale”) in cui, per circa due anni, ha raccontato in maniera brillante e sarcastica il mondo degli avvocati d’affari, che conosceva bene, poichè ne faceva parte. Il successo ha portato alla decisione di scriverne un libro.



La storia racconta le vicende del protagonista, Andrea Campi (intepretato da Fabio Volo nel film), giovane avvocato impiegato in uno studio milanese con partnership internazionale. Campi è completamente immerso nel suo lavoro, perde il conto delle ore passate in ufficio e vede allontanarsi vacanze, tempo per se e relazioni affettive. E’ talmente inglobato in questo meccanismo da essere alienato, anche perché frequenta solo amici che vivono una vita molto simile alla sua. Fin qui potrebbe sembrare quasi un romanzo di formazione dai toni drammatici, ma non lo è. La ricchezza di scene tragicomiche e la narrazione molto vivace e ironica (non nego di non essere riuscita a trattenere il riso in più di un’occasione e contate che io leggo quasi solo in metropolitana e in autobus…), lo rendono piuttosto movimentato e divertente.
Il lettore simpatizza con Andrea Campi e si chiede se sia felice, se sia disilluso o se consideri i suoi sacrifici in vista di un traguardo futuro. Il punto di svolta e, se vogliamo, il crollo delle sicurezze si raggiunge quando il protagonista viene coinvolto dal suo superiore in una pratica di acquisizione delicata e impegnativa, in cui conoscerà Emily: rampante e risoluta avvocatessa della controparte. La ragazza è tutt’altro che affabile, una donna in carriera abituata a muoversi in un ambiente solitamente “dominato” dagli uomini. Nonostante ciò, Andrea rimane totalmente folgorato e farà di tutto per conquistarla, mostrando anche una certa “ruggine” nell’arte del corteggiamento (nuova fonte di ilarità per chi legge). Riuscirà nel suo intento? Tra i due scatterà qualcosa? Come evolverà l’intreccio vita-carriera? Beh, se vi racconto tutto, non leggerete più il libro e non guarderete il film, quindi mi fermo qui. Aggiungo solo, giusto per stimolare ancora un po’ la curiosità, che oltre ad essere un romanzo ironico, scorrevole e piacevole, lancia anche qualche spunto di riflessione da non trascurare.

Vi saluto con le immagini del film girate a Torino (il video è poco più in basso, sotto la parte in inglese) e vediamo se chi mi conosce di persona riesce a scovarmi! (mission quasi impossible :P ).

A presto amici!!!


Il romanzo Studio Illegale, di Duchesne- Francesco Baccomo è stato pubblicato nel 2009, editore Marsilio, mentre l’omonimo film è stato diretto da Umberto Carteni ed è uscito nelle sale cinematografiche nel 2013.

 ********************************************************************************

Dear English speaking friends,

In this post I’m dealing with an Italian contemporary novel called “Studio Illegale” (“Illegal Practice”), which talks about the world of business lawyers. I am sorry that it is available in Italian only, but if one day it will be translated in English, I strongly recommend you not to miss it! It is ironical, funny but also introspective at the same time.
From this book was also shot a movie (I’m afraid it is in Italian only too, but I’m not 100% sure, there could be some subtitled versions…) to which I took part as an extra!
I leave you here below the video of the few scenes shot in Turin (the story takes place mostly in Milan): if you know me personally, try to find me! ;)

See you next time!!!


2 commenti:

  1. questo film va diretto sulla mia lista dei "da vedere" :-D non sono amante dei film disimpegnati, ma ogni tanto un po' di spensieratezza ci vuole! (non ho modo di guardare il video perché sono in ufficio, ma appena posso lo guardo e ti cerco XD)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Si, il film è una commedia piacevole, giusta per sorridere e rilassarsi :)

      Il romanzo l'ho trovato più efficace, sia nella parte divertente, sia in quella riflessiva: scorrevole e con linguaggio colorito, ma ben scritto e ben strutturato.

      Buona giornata! :)

      Elimina