mercoledì 15 aprile 2015

A ghost at the seaside / Un fantasma al mare

(Segue testo in italiano)



One of the dichotomy in my person is being Italian and having a controversial relationship with seaside spots. I know it sounds a bit like a stereotype and a cliché, but if you are Italian or live in Italy, you perfectly know that, when summer holiday approaches, people ask you the usual question “where at the seaside are you going exactly?” instead of “where are you going to spend your vacation?”. Because in summer going to the seaside is a must, no other choice is taken in consideration. This attitude is so deep-rooted that when I answer “well, I am actually going to Berlin”, the possible reactions are usually the following:

“Oh, do they have sea too up there?”
Or
“Oh, ok, you have family there, haven’t you?”.

Once and for all: the answer to both questions is no.

I do not blame anybody for this behavior, it’s a sort of tradition and traditions are hard to be changed and maybe they shouldn’t at all. By the way, my friends do have this idea that I hate the sea. What I usually say is that it’s not me who hate it, but it is the sea itself which hates me. Being as white and pale as a ghost, I have considerable skin issues when it comes to laying in the sun and sea salt water plus wind make it worse. Like almost everybody else in this world, I do not like physical pain and even less I like people asking me what kind of disease I suffer from (aaaarrrghhh!!!).
Furthermore, in my early twenties I fell in love with Germany, where I feel at home and my fair skin is nobody’s business except mine. Sum up all this situations and you will easily understand why I do not spend my summer on the beach.



Last weekend my husband’s band (check them out! Klangstein, Rammstein's cover band) played in San Bartolomeo al Mare, a small town in Liguria, on the coast of the Tyrrhenian sea, and we took the chance of enjoying a weekend out, a little vacation.

The place was really lovely. Vegetation is luxuriant there, citrus trees, aloe plants and wisterias were everywhere, spreading sweet perfumes. We had a little balcony in our hotel room, from which we had a wide view both over the low hills and the sea. I spent several hours sitting there, just enjoying open air, the blue sky above, seagulls (not Steven… :D ) flying over my head and silence.



Then we headed to the beach. Wow. That was my actual idea of beach life! No one was around. It was still chilly, so we had our jackets on. The atmosphere was so peaceful and sun harmless. In April, at 18 C°, you are not really supposed to bathe, but I couldn’t care the least: I rolled up my trousers and entered in the water up to my knees. It wasn’t that cold after all!



Dear sea, we’d better keep our relationship for us only and meet privately, when other people are away and sun too weak to interfere. Winter-spring should suit, do you agree? Done!

Love
Mary






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Una delle dicotomie della mia persona sta nell’essere italiana e avere un rapporto conflittuale con il mare. Lo so che suona un po’ come uno stereotipo e un cliché ma, se siete italiani o vivete in Italia, sapete bene che, quando si avvicinano le vacanze estive, la domanda più frequente è “Dove andrai al mare?”, invece di “Dove andrai in vacanza?”. Perché d’estate s’ha da andare al mare, non c’è santo che tenga. Questa convinzione è talmente radicata che, quando rispondo “beh, in realtà andrò a Berlino”, le possibili reazioni sono sempre queste due:

“Ah, ma a Berlino c’è il mare?”
Oppure
“Ah ok, hai familiari là, vero?”

Una volta per tutte, la risposta ad entrambe le domande è: no.

Non biasimo nessuno per questo comportamento, è una sorta di italica tradizione e le tradizioni sono difficili da modificare, o forse non bisognerebbe proprio farlo. In ogni caso, tra i miei amici è diffusa l’idea che io non ami il mare. Quello che dico solitamente è che non sono io ad odiarlo, è lui che odia me. Essendo bianca e pallida come un fantasma, ho serie difficoltà con la pelle quando si tratta di esporsi al sole e il vento e la salsedine non fanno che peggiorare la situazione. Come la maggior parte delle persone a questo mondo, non mi piace la sofferenza fisica e ancora meno mi piace sentirmi chiedere di quale malattia soffra (grrrrrrrrr!)!
Inoltre intorno ai vent’anni mi sono innamorata della Germania, dove mi sento a casa e la mia pelle pallida è solo affar mio. Sommate tutte queste condizioni e comprenderete perché non trascorra l’estate in spiaggia.

Lo scorso weekend il gruppo di mio marito (i Klangstein: andateli a sentire!) ha suonato a San Bartolomeo al Mare, in Liguria e ne abbiamo approfittato per fare una mini-vacanzina.

Il paese é davvero carino. La vegetazione è rigogliosa, ci sono alberi di agrumi, piante di aloe e di glicine ovunque, emanano nell’aria un profumo fantastico. La nostra stanza in hotel aveva un terrazzino, con vista sia sulle collinette circostanti, sia sul mare. Ho passato diverse ore seduta la fuori, godendomi l’aria aperta, il cielo azzurro, i gabbiani che volavano sopra la mia testa e il silenzio.

E poi siamo andati in spiaggia. Wow. Quella era la vita da spiaggia che intendo io! Non c’era nessuno. Faceva ancora fresco, quindi avevamo ancora i giubbotti. L’atmosfera era molto tranquilla e il sole innocuo.
In Aprile, a 18 gradi, non è realmente previsto fare il bagno, ma poco mi interessava: mi sono arrotolata i pantaloni e sono entrata in acqua fino al ginocchio. Dopotutto non era poi così fredda!

Caro mare, io penso che dovremmo tenere la nostra relazione per noi, incontrarci in privato, lontano da sguardi indiscreti, quando il sole è ancora debole. Inverno-primavera dovrebbe andare bene, d’accordo? Andata!

Ciao
Mary